Il Più Grande Momento della Vita
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Il più grande momento nella vita è quando una persona realizza “Io non sono” e questo sembra molto strano. Di norma pensiamo che il momento più grande sarà quando uno scopre di “essere”, ma non è così.
Se scopri di essere, allora sarai limitato. Attorno a te ci sarà una demarcazione, avrai dei confini. Qualunque tipo di sè sarà necessariamente una forma di imprigionamento. Sarai ingabbiato, e quando uno è in gabbia non può provare gioia. La gioia è una funzione della libertà assoluta, e la libertà assoluta non è la libertà del sé, ma la libertà dal sé.
Di norma, la nostra è una ricerca di libertà per il sé. “Voglio essere libero” – questa è la ricerca che accade nel mondo.
É per questo che le persone desiderano il denaro, perché questo le renderà più libere. Il prestigio, il potere, queste cose ti renderanno più libero, sarai meno limitato, la tua corda sarà più lunga. La prigione può anche diventare più grande, però non scompare. La prigione può essere così grande che non riesci nemmeno a vedere i muri che la circondano, ma comunque continua a essere una prigione.
La vera ricerca comincia il giorno in cui capisci questo, che fino a quando continuerai a “essere” continuerai a essere un prigioniero. Solo nel momento in cui non c’è più nessun “io”, solo allora esisterà una libertà illimitata.
Allora l’intera esistenza è la tua esistenza, perché tu non ci sei più. Non sei più una parte, sei il tutto. E non c’è più distinzione tra se stessi e la realtà, non esiste più alcuna linea di confine.
Questo stato in oriente viene chiamato Nirvana: lo stato supremo nel quale tutto è completamente estinto, come una candela che si è spenta.
Allora sorge una grande gioia. Non che tu sei pieno di gioia, perché tu non ci sei più, c’è solo la gioia. Non che tu sei ricolmo di gioia, tu sei la gioia stessa. É un fenomeno assolutamente pazzesco. Quando accade a qualcuno, quel qualcuno comincia a essere straripante. Non solo la persona è pervasa dalla gioia, in lei, attraverso di lei, l’intera esistenza raggiunge un nuovo livello di manifestazione, un nuovo livello di libertà, una nuova gioia. É stato fatto ancora un altro passo verso la celebrazione.
E talvolta questo accade anche nella vita ordinaria, ma solo per qualche fuggevole istante. Dinnanzi a un magnifico tramonto tu scompari e non ci sei più, rimane solo il tramonto. Colui che guarda non c’è più, l’osservatore e ciò che viene osservato sono diventati una sola cosa. Adesso tu sei il tramonto, colui che vede è ciò che viene visto. In quel momento c’è grande gioia. Ecco perché ci ritroviamo a dire “É bellissimo, incredibilmente bello”. C’è una bellezza incredibile, inimmaginabile, quando tu non ci sei.
Oppure talvolta uno scompare nell’amore. Chiamiamo quegli stati, orgasmici.
In realtà quello che succede è solo che per un momento l’ego scompare, e all’improvviso sei una cosa sola con la realtà. Non c’è nulla in mezzo tra te e il tutto.
Questo accade quando una persona è andata sempre più in profondità dentro di sè, in maniera così completa e così totale, che adesso quello stato non verrà più perso.
Nella vita ordinaria questi sono momenti che vanno e vengono, diventano dei bellissimi ricordi da collezionare in un album… ma tutto qui.
Prima o poi cominciano a svanire, diventano così distanti dalla cosiddetta vita reale che non riesci neanche a credere che siano accaduti davvero. Forse li hai semplicemente sognati, forse si trattava solo di allucinazioni, e la mente comincia a dubitarne.
Quando lo stato orgasmico totale è accaduto una volta, è accaduto per sempre.
Rimani in questo stato perché tu non ci sei più, non puoi uscirne perché non c’è più nessuno che lo possa fare. É come se tu avessi disciolto una zolletta di zucchero nel tè: la zolletta scompare e non riuscirai più a tirarla fuori.
L’uomo è miserabile, ma questa è opera sua. Non è nato per essere miserabile, la sua natura intrinseca è fatta per la gioia, per la beatitudine – ma questo rimane solo un potenziale per molta gente, e solo un potenziale, non diventa mai realtà. Le persone portano con sè il seme ma muoiono come seme. Questa è l’angoscia dell’uomo, questa è la sua agonia.
Se il seme non germoglia e diventa un grande albero e invita molti uccelli a cantare dai suoi rami, se non invita i venti a danzare attorno a sè, se non fiorisce nei colori e nella fragranza, allora non ci può essere appagamento. La fioritura è l’appagamento, e il fiore è solo il simbolo dell’appagamento.
Ma milioni di persone semplicemente muoiono senza aver conosciuto l’appagamento, e nessuno è responsabile di questo se non loro stessi.
Essere iniziati alla meditazione significa essere iniziati a questa possibilità.
Da questo momento in poi ricordalo bene che sei tu che crei la tua miseria.
Una volta che questo scende in profondità “io sto creando la mia miseria”, un grande passo è già stato fatto, perché se sei tu che la stai creando, puoi anche smettere di crearla, puoi cambiare registro. E proprio in questo cambiamento esplode la beatitudine, come se fosse stata rimossa una roccia e adesso la fonte può zampillare. La sorgente è pronta a lasciar scorrere la sua acqua, ma noi continuiamo a ricreare la roccia della miseria, continuiamo ad aggiungervi qualcosa e poi ancora qualcosa.
La tua meditazione continuerà a ricordarti questo, perché questo è il tuo futuro, il tuo potenziale.
In questo momento è solo una speranza, ma se ci lavori può diventare una realizzazione, e io ti dico che è facile da realizzare perché è una cosa naturale. Non è qualcosa di molto distante da te, qualcosa che devi cercare e ricercare. É qualcosa che è già dentro di te e che ha solo bisogno di essere espresso, di una giusta atmosfera, di un buon clima nel quale possa trovare nutrimento.
La meditazione fornisce quel clima. É uno sforzo per cercare di creare attorno a te una certa vibrazione così che tu possa cominciare a pulsare in modo nuovo.