La Vittoria Interiore
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La beatitudine arriva dalla conquista di se stessi, ed è l’unica beatitudine che ci sia.
Anche se riuscissi a conquistare il mondo intero rimarresti miserabile e sicuramente la tua miseria sarebbe moltiplicata come sempre accade ai grandi conquistatori.
Non è quella la via per la felicità.
Puoi avere qualsiasi cosa e comunque continuare a sentirti insoddisfatto.
Puoi accumulare soldi, potere e prestigio, ma più ne hai e maggiore diventa la consapevolezza della futilità di tutto questo, insieme a una crescente sensazione di vuoto interiore.
Del resto, solo un ricco arriva a conoscere cos’è la povertà interiore, perché può fare il confronto, ha dei termini di paragone ai quali riferire la propria povertà.
É ricco per quanto concerne il mondo esteriore, ma al suo interno sta morendo di fame e di stenti.
Ed ecco nascere il paradosso: più un uomo diventa ricco e più povero si sente.
Più una persona diventa istruita e più si sente ignorante.
Più hai e più diventi consapevole di quanto ti manca.
L’unica beatitudine possibile è quella che deriva dal viaggio interiore.
Questo viaggio è necessario per arrivare a scoprire il proprio sè, i propri tesori che sono infiniti, incommensurabili.
Una volta che li hai conosciuti non sarai mai più un mendicante.
Potresti non avere nulla al mondo eppure continueresti a essere un imperatore.
La tua regalità ha una propria luminosità interiore.
Sei un imperatore non perché hai un regno, un impero, ma perché hai una regalità che non dipende dall’avere un regno, ne è assolutamente indipendente.
E allora sei davvero un re perché nessuno te la può rubare, nessuno può sottrartela, nemmeno la morte. Sei in possesso di qualcosa di eterno che non puoi perdere e nessuno ti può portare via.
Ed è solo allora che la paura scompare, quando hai qualcosa che non ti può essere sottratto, prima non è possibile. Ed è allora, in quei momenti che cominci a percepire l’immortalità.
Quindi permetti che questa diventi una chiave per te: devi guardare dentro sempre di più.
Continueranno a esserci le tentazioni, continueranno i desideri, ma questo è naturale.
E non ti sto chiedendo di diventare uno che scappa dal mondo, che evade dalla realtà, ti sto semplicemente dicendo di essere nel mondo ma di dedicare sempre più attenzione, tempo ed energia, alla ricerca interiore.
Nel mondo esterno fai quello che deve essere fatto, ma non farti prendere troppo.
Ci sono cose che sono necessarie, hai bisogno di cibo e hai bisogno di un posto dove abitare e quindi va perfettamente bene che tu debba lavorare per procurarti queste cose.
Si tratta di bisogni, di necessità basilari che sono indispensabili per poter essere felici ma non sono sufficienti.
Una persona affamata non può cantare, è necessario del cibo, ma il cibo stesso non può necessariamente diventare una canzone.
Per il fatto che hai mangiato e hai la pancia piena, non vuol dire che adesso da te nascerà una canzone, al massimo potresti addormentarti e avere degli incubi.
Le cose esteriori sono necessarie, ma non sono sufficienti.
Fa in modo di averle, ma non aspettarti troppo da loro.
Fanno parte dei bisogni, ma la vita interiore è qualcosa di più di questi bisogni, è un lusso.
La vita interiore è aristocratica, proprio così, è aristocrazia.
Quindi, soddisfa le tue necessità esteriori, e si tratta di una cosa minima, davvero non è gran cosa.
E una volta che le hai soddisfatte, non sciupare altro tempo.
In realtà, questi bisogni devono essere soddisfatti così che tu abbia tempo per andare dentro.
Bisogna lavorare nel mondo così da essere in condizione di lavorare nel mondo interiore.
Guadagnare un po’ di soldi così che le necessità esteriori non siano d’intralcio, non siano una distrazione, così che sia possibile chiudere gli occhi e entrare in meditazione.
Se il denaro sostiene la meditazione allora il denaro è una buona cosa e bisogna usarlo.
Ma se il denaro diventa la tua meditazione, allora diventerai nevrotico.