Siamo tutti costantemente alla ricerca di certezze, vogliamo credere in qualcosa o qualcuno, e lo facciamo solo per paura. Cerchiamo una prigione bella e confortevole nella quale vivere senza bisogno di essere consapevoli, perché quando c’è insicurezza e pericolo, l’unica via d’uscita è la consapevolezza.
La vita non è un processo meccanico, non ci sono certezze. La vita è un mistero imprevedibile. Nessuno sa cosa accadrà tra un momento.
Niente può essere certo. Se il futuro fosse predestinato non ci potrebbe essere né gloria né grandezza, non saremmo altro che robot.
Questa vita è piena di incertezze, di sorprese, e questa è la sua bellezza.
Nel momento in cui affermi di aver raggiunto la certezza, in quel momento stai dichiarando che sei morto, che ti sei suicidato.
Se il futuro è aperto, se il nostro destino non è già scritto, allora c’è libertà. Libertà di crescere o non crescere.
Ma la libertà crea paura. Le persone parlano molto di libertà, ma ne hanno grande paura e allora cercano rifugio nelle grandi ideologie, quelle che forniscono formule certe. Scelgono una prigione che arredano e cercano di rendere confortevole nel migliore dei modi, ma si tratta pur sempre di una prigione.
Un uomo/donna intelligente rimane sempre aperta all’incertezza. Scegliere di restare nell’incertezza è intelligenza. Scegliere di restare nell’incertezza è coraggio. Scegliere di restare nell’incertezza è fede.
E quel che serve è la comprensione, non le conoscenze.
La capacità di rispondere alle situazioni che la vita ci propone, non le conoscenze per reagire applicando nozioni del passato a eventi sempre nuovi e diversi.
E se capisci, allora ti è chiaro che l’insicurezza è un elemento intrinseco della vita. Ed è bene che sia così, perché questo ti da la libertà e rende la vita interessante, piena di sorprese. In realtà non sai mai cosa può accadere e la vita continua a meravigliarti.
Non chiamarla incertezza, chiamala meraviglia.
Non chiamarla insicurezza, chiamala libertà.