La Sovranità Individuale (3)

quando qualcuno mi insulta o mi dimostra il suo odio
posso reagire/rispondere e comportarmi in modi diversi
 
mi sento offeso, abbandonato, non visto, umiliato
e reagisco di conseguenza, magari con la violenza
anche solo verbale verso chi mi attacca
 
oppure rivolgo la violenza dentro e collasso,
mi sento inutile e senza valore
un peso per me stesso e per il mondo
 
sovranità limitata: la mia vita è in mano agli altri
 
c’è un altra possibilità: qualcuno mi insulta
o vuole ferirmi più o meno consapevolmente
ma io sono centrato e presente
ho spazio dentro e mi rendo conto che l’altro
sta parlando o agendo a partire dal suo dolore e
dalla sua inconsapevolezza
la cosa non mi riguarda, non ce l’ha davvero con me,
ma con la sua proiezione che mi scaglia addosso
 
con questa consapevolezza le schegge del suo odio
mi attraversano senza ferirmi
è come un colpo di vento che mi scrolla la polvere d’addosso
 
può darsi invece che la sua rabbia o il suo insulto mi tocchino
da qualche parte mi fa male,
non mi attraversa come se niente fosse
 
ho comunque un po’ di presenza, di spazio dentro
abbastanza per non reagire ciecamente, in automatico
così mi fermo e non do seguito all’attacco ricevuto
 
vado dentro e divento consapevole del disturbo
che l’altro ha suscitato dentro di me
ha toccato qualche tasto dolente della mia personalità
ha rivangato qualche ferita che credevo di aver sepolto per sempre
ha schiacciato un bottone che mi fa male
 
mi ha ricordato – anche se non era certo nelle sue intenzioni –
che devo ancora sistemare delle cose che sono mie
l’altro ha messo la scintilla,
ma il carburante che alimenta l’incendio è roba mia
 
se la presenza e lo spazio dentro si allargano un po’
posso persino arrivare a ringraziare l’altro
per avermi aiutato a scoprire qualcosa in più di me stesso
per aver fatto sorgere questa opportunità
 
sono un individuo sovrano: mi prendo la responsabilità della mia vita,
di come mi sento dentro e delle mie azioni