Non Reprimere Mai Nulla
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Ricordati sempre: non combattere mai contro le manifestazioni naturali, altrimenti nascono le perversioni.
Accetta ciò che è naturale e non ti comporterai mai in modo perverso.
Quello che è naturale deve essere accettato e vissuto.
L’intera umanità sta soffrendo per i suoi sforzi ma del resto a tutti è stato insegnato che bisogna sforzarsi.
Lo sforzo proviene dalla volontà e la volontà non è altro che un buon nome per abbellire l’ego.
L’ego è la radice, è alla base di tutti i problemi, ed è qualcosa da lasciar cadere.
Ma quando dico che bisogna lasciarlo cadere, non sto dicendo che devi combatterlo, perché chi sarà a combatterlo? Tu sei l’ego.
Quindi solo attraverso una comprensione naturale, un po’ alla volta…
maggiore diventa la tua comprensione e più le difficoltà cominceranno a sparire.
Una volta mi hanno portato una donna, una professoressa e una donna molto intelligente.
Suo marito era morto, e lei era stata portata da me dopo sei mesi perché stava cominciando a impazzire – e non c’era niente che non funzionasse.
Ho indagato su tutto quello che stava succedendo e l’unica cosa sbagliata era questa: quando suo marito era morto, lei non aveva pianto per niente.
Aveva intellettualmente resistito all’idea di piangere: era una cosa al di sotto del suo standard.
“Qual’è il punto” aveva detto, “se qualcuno è morto, è morto, quindi che senso ha piangere?”
“É illogico, non ha senso. Anche se piango, questo non lo farà tornare indietro.”
Quindi si era sforzata molto per non piangere e mostrare così la sua debolezza.
Tutti l’avevano apprezzata e le persone dicevano: É davvero una donna con una forte volontà. Eppure l’aveva amato così tanto: si erano sposati per amore, contro i loro genitori, contro la società, contro la sua religione – lei era indù e aveva sposato un musulmano.
In India è una cosa molto difficile, quasi impossibile, ma lei aveva lottato per questo.
La famiglia l’aveva esclusa, la società l’aveva emarginata, ma lei aveva continuato a lottare e poi quest’uomo era morto.
E lei non aveva pianto per niente, nemmeno una lacrima.
Per tre, quattro mesi, tutto sembrava a posto, era riuscita a mantenere il controllo.
Ma poi, quello che aveva represso aveva cominciato a distruggerla da dentro… era diventato come un tarlo.
E lei aveva cominciato a essere instabile … un po’ pazza.
Quello che aveva represso era diventato come un vulcano, e lei era seduta sopra quel vulcano.
Quando la portarono da me, ascoltai l’intera storia e dissi: “Non c’è problema, e non serve l’elettroshock che lo psichiatra suggerisce. Non serve, ha solo bisogno di piangere”.
Quando le dissi questa cosa, lei mi rispose: “Ma a cosa serve?” e io replicai “il punto non è a cosa serve. Si tratta di qualcosa di naturale. Se ami un uomo, nel momento in cui lui se ne va devi piangere.
Se con quest’uomo tu eri felice, chi piangerà e verserà le lacrime per la sua dipartita. Non sarò certo io a piangerò per lui! Sei tu che devi ristabilire l’equilibrio!”
Colse il punto e immediatamente cominciò a piangere.
Nel giro di qualche minuto stava singhiozzando disperatamente e aveva cominciato a rotolarsi sul pavimento. Nel giro di mezz’ora la tempesta era passata e tutta la sua pazzia era scomparsa.
Era felice e adesso la sua faccia era bellissima: quelle lacrime avevano lavato via tutta la polvere di quei sei mesi.
Aveva pianto come una bambina.
Avrebbe voluto farlo anche prima ma l’aveva represso.
Quindi, non reprimere mai nulla: é per questo che l’umanità è talmente in preda alla frenesia.
Non reprimere mai, non c’è niente di sbagliato, non combattere.
Metti tutta la tua energia nella situazione, perché nella lotta l’energia sarebbe completamente sciupata: non serve a niente e sarebbe solo sprecata.
E la parte che hai represso si prende sempre la sua rivincita, e così diventa un circolo vizioso. Tu reprimi ancora di più, e lei si prende una rivincita ancora maggiore: e così la storia continua.
Semplicemente rilassati e metti tutta la tua energia nella meditazione, nella danza e nel canto.