Ormai da tempo frequento amici e conoscenti che hanno molto a cuore l’aspetto sociale del loro essere nel mondo.
In questo ambito, viene usata spesso la parola “servizio”, e alle attività di servizio verso gli altri viene attribuito grande significato, al punto che qualcuno mette queste attività al primo posto nella scala dei propri valori.
Mi è capitato e mi capita così con una certa regolarità di indagare “dentro” di me su quale sia il valore sociale della mia ricerca personale, delle azioni che compio e di quelle che non compio.
Sono così arrivato alla convinzione che al primo posto ci può solo essere la propria realizzazione personale e che servire gli altri può solo venire dopo.
Sono convinto che solo man mano che matura la propria consapevolezza abbiamo a disposizione una vera coscienza, un’umiltà e un senso della vita dai quali è possibile muoversi verso un vero servizio al prossimo, e non viceversa.
Ritengo che senza una vera centratura, una stabile presenza e connessione con la propria guida interiore, sia meglio resistere alla tentazione di aiutare gli altri.
Cercare di essere un guru, qualcuno che “aiuta” è estremamente pericoloso e controproducente perché la tua azione disturberà gli altri e creerai più problemi di quanti riuscirai a risolverne.
Solo quando si sarà accesa la tua luce interiore potrai aiutare o guidare qualcuno, perché allora accadrà senza sforzo, senza l’incombere del tuo ego.
Meglio resistere anche alla tentazione di dare consigli, tentazione che è forte perché in questo l’ego trova grande appagamento.
Se non è tua esperienza diretta, se non sai veramente la risposta, è decisamente meglio dire “non lo so”!
Risveglia la tua Guida Interiore: il miglior servizio che puoi fare al mondo.