Rivivere una vita passata è un fenomeno di grande portata. Talvolta è utilizzato come un processo clinico suffragato da una vasta casistica di brillanti risultati, ma non è questo il suo scopo principale Il vero scopo del rivivere le vite passate, è quello di indurti a riorientare il tuo essere, a facilitare una rivalutazione del tuo mondo interiore. In questa mappa alla quale facciamo riferimento, partiamo dal fatto che sei nata/o e rinato tantissime volte e che fondamentalmente hai continuato a ripetere gli stessi comportamenti. È deprimente. Gli stessi desideri, le stesse gelosie, la stessa avidità, la stessa violenza: hai ripetuto tutto questo innumerevoli volte. Se puoi rivivere quelle vite ancora una volta, ma con consapevolezza, allora l’esperienza ti trasformerà completamente. Non avrai più desideri assillanti: hai già desiderato e sofferto abbastanza. Perché tutto quello che hai raggiunto nelle vite precedenti si è rivelato essere solo delle bolle di sapone. E adesso non ha più senso rincorrere le bolle di sapone. È tempo di smetterla con l’incessante susseguirsi dei desideri, con l’avidità del di più, sempre di più. È tempo di farla finita con la gelosia. È tempo di guardare dentro e scoprire il tuo volto originale.
Introduzione
Cos’è che può spingere una persona a interessarsi delle sue vite passate? Forse un momento di deja vu, o magari l’impressione che lo sconosciuto che hai davanti ti è stranamente familiare e ti sembra di averlo già incontrato da qualche parte. Qualche volta può accadere con i luoghi perché senti una indefinita attrazione verso qualche nazione o qualche posto nel mondo. O potrebbe essere una canzone, o il suono di una lingua straniera, o magari una visione. Le ragioni possono essere diverse. Ci sono poi quelle domande che l’uomo si è chiesto da sempre, fin da quando ha cominciato a calcare il suolo di questo pianeta: chi sono io? qual è il senso della vita? cosa succede dopo la morte? È vero che spesso queste domande sono nascoste e dissimulate sotto forma di desideri, ambizioni e paure, ma la loro sostanza resta. E questa intera vita alla fine è solo un grande pellegrinaggio per scoprire le risposte a queste domande. Questa vita, ma non solo. Molte tradizioni orientali insegnano che non viviamo solo una vita, ma che c’è qualcosa di noi che ripetutamente entra in un corpo fisico quando un nuovo essere umano viene concepito e se ne esce quando il corpo muore. Questa forza vitale/anima continua poi a passare da una vita alla successiva. Simbolicamente è una ruota che continua a girare e rappresenta il movimento dalla vita alla morte e di nuovo alla vita. Se di primo acchito l’idea di una vita eterna sembra essere qualcosa di attraente, è anche vero che guardando indietro al nostro passato ci accorgiamo che in realtà siamo prigionieri di un ingranaggio che continua a ripetere lo stesso dramma vita dopo vita. Niente di quello che facciamo, diciamo o sentiamo sembra essere nuovo. Sembra solo trattarsi di una infinita ripetizione di qualcosa che conosciamo già.La pratica
In questo percorso incontrerai antichi misteri che sono stati decodificati e reinterpretati alla luce delle conoscenze odierne e per l’uomo contemporaneo. Scoprirai il senso di questo continuo ritorno vita dopo vita, cos’è il karma e quanti fraintendimenti ci sono attorno a questo termine. Ci saranno istruzioni ed esercitazioni pratiche per scoprire le tue vite passate e saprai come distinguere tra una vita passata reale e una solo immaginata. Imparerai come rilassarti in profondità e come lasciar andare le tensioni della mente così da poter viaggiare facilmente all’indietro dentro il tuo passato. Avrai in mano una chiave essenziale per saltar fuori dal movimento ripetitivo della ruota della vita e della morte e dentro la tua vera natura eterna.I tre cardini del lavoro
Sono tre i punti essenziali attorno ai quali ruota l’intero processo. – Il primo distingue tra ricordare e rivivere una vita passata. Mentre ricordare assomiglia a vedere un film al cinema, rivivere ha un valore diverso e implica l’uso di tutti i sensi: un’esperienza molto più ricca e significativa. – Il secondo è che andremo indietro nel tempo partendo dall’oggi, dagli eventi più recenti passando a quelli trascorsi da poco, e poi sempre più indietro nella tua vita attuale e in quelle passate. – Il terzo punto è lo spazio di meditazione dal quale incontrerai tutti questi eventi che accadono dentro e attorno a te: sarai un testimone e senza giudizio. Con la meditazione non c’è il rischio che gli eventi creino nella mente un disturbo profondo e non necessario. Basandoci su questi tre punti fermi, quella che nel migliore dei casi potrebbe essere un’esperienza interessante o persino utile, potrà evolvere in un evento di grande trasformazione. Per cominciare questo percorso e ricavare i benefici che derivano dal rivivere il passato, non è nemmeno necessario credere nelle vite passate. Un’attitudine di “non so” è in realtà più sana e proficua che “credere” nella filosofia della reincarnazione. Quello che scopri quando entri in profondità dentro di te, diventa così un’esperienza tua propria ed ha molto più valore di qualche idea filosofica.Un edificio di sette piani
Di solito equipariamo la nostra mente alla normale coscienza in stato di veglia, ma guardando più attentamente arriveremo a scoprire sette strati di coscienza ben distinti. Avremo così una mappa molto più articolata che Osho equipara a un edificio a sette piani. La coscienza con la quale viviamo di solito è il quarto piano. A questo livello siamo consapevoli delle nostre attività quotidiane, ma non siamo consapevoli di cosa ci motiva nelle nostre azioni o ci fa sentire quello che sentiamo. Per scoprire cosa ci motiva dobbiamo scendere nei tre piani inferiori, quello che viene normalmente indicato come l’inconscio. Ciascuno di questi tre piani di coscienza inferiore ha le sue caratteristiche e le nostre vite precedenti sono state caratterizzate dagli elementi di uno o più di questi piani: paura, aggressività, avidità e gelosia. E le memorie di tutte le nostre esperienze sono registrate nei piani ai quali abbiamo vissuto. Se ci muoviamo ai tre piani superiori, al livello superconscio, allora troviamo compassione, saggezza, creatività, fino ad arrivare alla fusione nell’uno, nel cuore dell’esistenza. Se torniamo a vivere vite nelle quali abbiamo fatto esperienza di questi livelli, riscopriremo quei tesori che sono ancora nascosti nel nostro superconscio. Tesori che abbiamo intravisto e magari assaporato, ma che non siamo riusciti a integrare nella nostra vita. E questa mancata integrazione ci ha portato di nuovo a vivere ai piani inferiori. Rivivere le vite passate può aiutarti a riscoprire queste finestre che si affacciano sul superconscio, aperture che potrebbero consolidarsi e diventare la tua realtà quotidiana. Comunque, nonostante sia possibile esplorare sia i livelli più in alto che quelli più in basso, è essenziale cominciare il lavoro a partire dalle cantine. Portando consapevolezza, accettazione e assenza di giudizio, questi livelli inferiori tornano in equilibrio e l’energia intrappolata nell’oscurità si trasforma in spontanea vitalità. Si creano così solide fondamenta necessarie quando ci muoviamo verso livelli superiori di coscienza. Rimettere ordine nella cantina prima di spostarci ai livelli più alti è importante affinché l’edificio della nostra consapevolezza non collassi nuovamente. Quale trasformazione accade rivivendo le vite passate? Si possono eliminare i vincoli e le gabbie del passato. Semplicemente guardando dentro la storia del nostro passato possiamo sapere perché facciamo quello che facciamo, e ci sentiamo come ci sentiamo, perché e con chi ci relazioniamo, come mai continuiamo a ripetere le stesse abitudini. Rivivere le vite passate in meditazione, con consapevolezza, taglia alle radici quelle dipendenze dal passato che affondano in profondità nella tua mente e nel tuo corpo. Questi soffocanti modelli ripetitivi, a livello personale di ciascun individuo sono archiviati al terzo piano dell’edificio. Se ci muoviamo invece al secondo piano, li troviamo tutte le manifestazioni di infima coscienza di tutti gli esseri che hanno camminato su questo pianeta: uno spazio altamente inquinato da dolore e incomprensione. Muovendoci di vita in vita, siamo poi esposti all’influenza di questa grande massa di inconsapevolezza collettiva e finiamo per attrarre a noi esperienze di persone che nemmeno conosciamo, e questo spiega l’identificazione che emerge talvolta, con certe ere o personaggi storici. Se ci identifichiamo con Cleopatra o Napoleone, non vuol dire che necessariamente siamo stati quei personaggi, ma piuttosto che dal serbatoio collettivo abbiamo raccolto e ci siamo identificati con caratteristiche che questi personaggi rappresentano. E così esprimiamo nella nostra vita quotidiana emozioni, paure, pensieri e ambizioni mutuate da questo comune serbatoio della psiche umana. Ma se le così stanno così, allora si pone una interessante domanda: cos’è veramente questa entità che chiamo IO? Man mano che procediamo andando sempre più in profondità nei piani bassi della nostra coscienza, questa entità “IO” si trasforma e ci liberiamo di quelle zavorre che ci impediscono di muoverci verso l’alto per arrivare a scoprire chi siamo davvero. Ai livelli più alti di coscienza, quando siamo tornati a casa, ci ritroviamo infine in compagnia dei Maestri Illuminati di tutte le epoche. Da questi livelli è facile vedere che noi non siamo gli innumerevoli giri di ruota che ci hanno visto santi e peccatori, re e mendicanti: non siamo nessuno di questi personaggi che recitano nel dramma della nostra vita quotidiana. E allora chi siamo? Chi sei tu? Questa è l’esplorazione che affrontiamo nel percorso “Luce dalle Vite Passate”